La storia è un qualcosa che, a seconda del suo contenuto,  spesso ti prende, ti scrolla, ti ridesta e,  riflettendo,  ti insegna a posteriori.

Detti verbi coniugati al presente,  usati  non certo per suscitare effetto come succede comunemente nei giornali,  trovano puntuale applicazione nell’animo di tutti coloro che vogliono ricordare per capire  ed approfondire un  qualche evento che ha caratterizzato,  come nello specifico, una  circoscritta realtà geografica: voglio riferirmi  alle “Tofane”, catena montuosa delle Dolomiti orientali, site ad ovest di Cortina d’Ampezzo.

Dico subito che l’input per “rinfrescare” la storia di quanto vado a scrivere è partito da una narrazione di un collega di banca, Luciano Viazzi (mancato nel 2019),  il quale, nella rivista “Tempocomit” n. 8  del 1994, ha riportato alcuni episodi che  hanno  spinto il nostro giornale a dare un riscontro a ciò che è successo nelle Tofane durante i tre anni della prima guerra mondiale, ove, per certi versi, merita qualche cenno anche la nostra  Banca Commerciale Italiana.    Per fare ciò, ci siamo documentati tramite il Comune di Cortina d’Ampezzo che, con estrema gentilezza e conoscenza dei fatti, attraverso i buoni uffici dfella responsabile della Biblioteca, Renata Tesser, ci ha introdotto presso un esponente di rilievo delle Guide Alpine, Franco Gaspari,  il quale, nel confermare quanto da noi riportato in precedenza, ci ha scritto oggi quanto in appresso :

….buongiorno Arnaldo.
Il tragico periodo della Grande Guerra in Dolomiti è durato poco più di due anni, ma in soli due anni migliaia di soldati di entrambi gli schieramenti hanno realizzato opere incredibili che il tempo farà fatica a cancellare, infatti dopo oltre un secolo vi sono moltissime testimonianze, dalle trincee, alle caverne, ai ruderi di costruzioni, a postazioni e gallerie. Alcune gallerie sono state riadattate e sono diventate una attrazione turistica come quelle del Castelletto, Lagazuoi e Sass de Stria.
Per quanto riguarda invece i reperti se ne trovano sempre di meno, specie nelle zone molto antropizzate, ognuno si porta a casa il souvenir che trova, si trovano reperti in zone isolate o lungo i canaloni ghiaiosi che gli attuali intensi fenomeni temporaleschi  riescono, spostando grosse quantità di ghiaia e sassi, a disseppellire.
I custodi di questa affascinante storia sono gli appassionati, che leggono, si informano e a volte restaurano percorsi inediti, a Cortina c'è un bel gruppo di locali che svolgono egregiamente questo compito. Se un appassionato vuole andare in un posto impervio, che sono quelli dove si possono trovare più testimonianze, allora si può affidare o consigliare dalle guide alpine.
Lei mi chiede di Lipella.  Ebbene, Giovanni Lipella, irredentista trentino medaglia d'oro alla memoria, è ricordato sulla Tofana di Rozes con la bella ferrata che porta il suo nome che scala il versante ovest della montagna. La ferrata completa è molto impegnativa fisicamente, ha degli scorci spettacolari sulla Val Travenanzes e le cime di Fanis, si può percorrere fino a metà, se per caso arriva brutto tempo o si è stanchi  e, rinunciando alla cima, in 20 minuti si può raggiungere il rifugio Giussani, accogliente rifugio nella forcella Negra a 2580 m. di quota. 
La Galleria dei Cannoni è una postazione di artiglieria italiana posta alle pendici del Castelletto, attualmente difficilmente accessibile a causa delle frane che scendono dal cratere di mina del  Castelletto, negli anni 60 alcuni appassionati vi hanno riportato all'interno un cannone da montagna originale da 75mm. che si può attualmente visitare mentre  in una stanza adiacente è stato costruito un piccolo altare per le cerimonie religiose. Non vi sono lapidi che ricordino Eugenio Karniann, ma ho saputo che uno dei promotori del riposizionamento del cannone è stato Lino Lacedelli e forse in collaborazione con Karniann.
Mi dispiace  ma non ho trovato alcuna notizia sul raduno del 1994, mi è stato detto che un gruppo di Alpini ANA di Sampierdarena ha organizzato dei raduni negli anniversari della morte del loro concittadino general Cantore, ma nulla di più.

Dalle parole fresche ed incontrovertibili del nostro interlocutore cortinese si evince come il tempo giochi la sua parte in negativo anche se ci sono ancora molti appassionati che, affrontando ancora percorsi difficili, si spingono in ciò che resta dei vari camminamenti peraltro impervi e disastrati dalle condizioni meteo, fermi restando i punti saldi, alias i nominativi che hanno scritto questa storia, scrivendo il loro nome sulla roccia.  Ivi compreso il nostro ex Presidente della Banca Commerciale Italiana,  Camillo Giussani,  deceduto nel 1961,  il quale, insieme con altri sottoscrittori  del personale Comit, ha voluto erogare corposi finanziamenti allo scopo di tutelare la memoria anche di alcuni nostri colleghi che hanno perso la vita nelle Tofane. 

Arnaldo De Porti

N.d.R.: il mese scorso abbiamo pubblicato un articolo a firma Luciano Viazzi dal titolo "Le iniziative del C.A.I. della Banca Commerciale Italiana - Comit è presente anche sulle Dolomiti" dal Tempocomit N. 8 del marzo 1994 (visualizzalo); su nostra richiesta Arnaldo ha cercato di approfondirne il contenuto e grazie alla guida alpina di Cortina d'Ampezzo Franco Gaspari abbiamo appreso alcuni interessanti particolari che - siamo sicuri - cattureranno l'interesse degli ex Comit che ci leggono.

 

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